La relazione mamma-bebè: dalla voce al contatto

La relazione mamma-bebè: dalla voce al contatto

La relazione mamma-bebè: dalla voce al contatto

La psicomotricista e neomamma Chiara Bitella ci racconta l’importanza della voce e del movimento nella relazione mamma-bebè. Dai suoni sentiti nell’utero dal feto, al primo contatto con i genitori, fino ai gesti di interazione per instaurare un rapporto con il/la neonato/a.

Dal suono della voce al primo contatto

In principio era il suono. Prima dello sguardo che riconosce e accoglie, prima di un abbraccio che stringe al petto, la nuova vita è immersa nel sentire. Il/la bimbo/a nel grembo materno entra in contatto con i suoni della mamma. Impara a riconoscerne la voce, il battito del suo cuore e il movimento delle sue viscere.
Con la nascita il/la bimbo/a lascia questa zona di comfort ed entra in una nuova dimensione. La traccia del contatto con la mamma però rimane e va coltivata con lo strumento più potente che abbiamo: il nostro corpo.

Negli ultimi 30 anni anche la letteratura scientifica ha riconosciuto l’importanza del primo contatto. Si predilige infatti il “pelle a pelle” nei primissimi minuti di vita. Inoltre i/le neonati/e, che un tempo venivano spostati in culle separate dalla stanza della mamma, ora sono possono rimanere nella stessa camera dei genitori.

Contatto e interazione tra mamma e bebè

Alle neo mamme vengono poi proposti corsi di massaggio che insegnano come manipolare dolcemente il/la bimbo/a. Questi permettono al/alla neonato/a di aumentare la sua propriocezione, così come il rilassamento e l’allungamento muscolare. Il massaggio stimola inoltre un contatto visivo con il genitore, che rasserena.

Ci sono anche corsi sul portare in fascia, proposti dalle ostetriche o dalle consulenti del portare. In questo caso si riproduce, attraverso le diverse legature, la sensazione di essere avvolti nel corpo materno. Il portare in fascia rispetta la posizione ergonomica corretta della schiena, e favorisce un contatto caldo ed avvolgente con  il seno e la pancia della mamma.

Sono molto importanti inoltre i gesti di interazione fra mamma e bimbo/a. L’abbraccio, lo sguardo, la nutrizione, la consolazione infatti sostengono il legame affettivo con il/la piccolo/a. Secondo la teoria dell’attaccamento di Bowlby la sensibilità materna nel rispondere ai segnali e ai bisogni del/della proprio/a bimbo/a pone le basi per garantire una solida relazione tra di loro. Questa base sicura diventa poi indispensabile per lo sviluppo delle relazioni successive a partire dall’infanzia.

E il papà?

La voce paterna, dai toni gravi e penetranti, è percepita sin dall’epoca fetale come diversa, fuori del corpo materno. Questo suono è considerato comunque da/dalla bambino/a familiare, accogliente e rilassante; a volte addirittura più rilassante della voce materna. Secondo lo studio della musicoterapeuta Maria Teresa Nardi, la voce paterna penetra l’addome e le pareti uterine, raggiungendo il feto. Questo suono rappresenta per il feto l’esterno, il mondo. Questa percezione favorisce dunque un’elaborazione delle prime strutture mentali del feto, che distinguono l’interno dall’esterno, nonché le prime forme di linguaggio.

La danza in fascia

Un altro importante veicolo della relazione mamma-bebè è la danza in fascia. Attraverso movimenti coreografici proposti da danzatrici esperte, le neo mamme cullano i/le loro piccoli/e attraverso la danza. La plasticità del sistema nervoso dei/delle piccoli/e permette di sfruttare al massimo la diade musica-movimento ristabilendo i ritmi organici fondamentali: quello del cuore e quello dell’intestino. Inoltre il movimento della mamma funge da massaggio che stimola la propriocezione corporea del/della bimbo/a ed la sua capacità di apprendimento.

Il babywearing nelle parole di Nicoletta Bressan

Con il termine babywearing si fa riferimento alla pratica di portare i bambini avvolgendoli al proprio corpo. Nicoletta Bressan, psicopedagogista ed educatrice perinatale, descrive così questo contatto:
“Non è la fascia, è il battito del cuore che ipnotizza e scandisce ogni secondo, dando un senso alle giornate.
Non è la fascia, è il tepore della carne viva su cui posso stare appoggiata.
Non è la fascia, è il profumo del latte, l’odore della pelle, l’aroma di casa mia che ritrovo sempre.
Non è la fascia, è il movimento che conosco, l’ondeggiare dei fianchi mentre si cammina, la ninnananna che mi culla fino al sonno e la danza che cattura i miei sensi.
Non è la fascia, è stare alla stessa altezza a cui succedono le cose, in cui il mondo pare muoversi, non intorno a me ma con me al centro.
Non è la fascia, è la sicurezza della compagnia, è sentirsi ascoltati, è abbandonare il vuoto ed il senso di solitudine in cui questa terra pare sprofondata.
Non è la fascia, è la mia spinta biologica, è il mio desidero ancestrale, è il benessere che mi hai scritto nei geni.

Non aggiungerei altro alla bellezza e alla profondità di queste parole che descrivono la pienezza e l’unicità della relazione mamma-bebè, come nessuno studio scientifico saprebbe fare. Buona avventura a tutti i genitori.

Per avere più informazioni

Chiara Bitella, la psicomotricista di Open Group che lavora al Centro Senza Fili,  assieme ad altri professionisti e professioniste, offre un supporto ai bisogni specifici del nucleo familiare e di tutti i suoi componenti. Il Centro Senza Fili offre numerosi percorsi per favorire una relazione sana e solida tra genitori e figli/e.

Per ulteriori informazioni, chiamaci. Siamo a tua disposizione: tel. 051 5285122

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