
L’autismo nell’infanzia
Che cos’è l’autismo?
L’autismo è una sindrome che si può diagnosticare esclusivamente su base comportamentale. Provoca deficit in ambito relazionale e della comunicazione. I sintomi più evidenti si esplicitano con comportamenti ripetitivi, poco interesse per gli oggetti e per i materiali, una marcata attenzione ai piccoli dettagli.
Nel 45% percento dei casi l’autismo è associato al ritardo mentale, ma esistono percorsi altamente specifici attraverso cui le abilità e i comportamenti dei bambini e delle bambine possono migliorare sensibilmente.
Come si manifesta il disturbo dello spettro autistico nell’infanzia?
I bambini e le bambine affetti/e dal disturbo dello spettro autistico hanno generalmente difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale. Fanno fatica ad esprimersi con parole e gesti e a comprendere i pensieri delle persone che hanno attorno. I sintomi sono, tuttavia, estremamente eterogenei e possono influire in modo più o meno consistente sull’autonomia della persona.
I primi segnali di autismo potrebbero evidenziarsi attorno al primo anno di vita. Tuttavia, in genere, la condizione si palesa in modo abbastanza netto con l’inizio della scuola, ovvero nel momento in cui il soggetto entra in contatto, quotidianamente, con un vasto numero di persone.
Alcuni/e bambini/e con autismo sono ipersensibili ai rumori e ai suoni; tenderanno quindi a manifestazione di disagio, tra le altre, in situazioni in cui un cane abbaia o un’ambulanza è nelle vicinanze. Chi è affetto da questa sindrome può inoltre adottare comportamenti limitativi e ripetitivi. Tra questi:
- indifferenza nei confronti della mamma: non piange quando lei si allontana, non le sorride quando si avvicina e non la coinvolge nel momento del gioco;
- dipendenza dalle abitudini: un eventuale cambiamento di determinate abitudini può rappresentare un vero e proprio dramma;
- tendenza ad annusare cose e persone;
- sviluppo di pochi interessi che diventano maniacali: è frequente che i soggetti autistici sviluppino una particolare attrazione per alcune attività o oggetti, dedicando loro la maggior parte del proprio tempo;
- incapacità di capire le espressioni e gli atteggiamenti: riluttanza al contatto fisico. Le bambine e i bambini neurotipici tendono, invece, a ricercare intensamente il contatto fisico, sia con adulti/e che con il gruppo dei pari.
Come affrontare l’autismo nell’infanzia
Al Centro senza Fili, grazie all’esperienza di Cadiai, proponiamo percorsi personalizzati e supervisioni programmate per monitorare e per rivedere le azioni educative in base ai progressi e agli obiettivi.
L’obiettivo di percorsi educativi specifici, che fanno riferimento al metodo ABA, è di aumentare i comportamenti adattivi e diminuire i comportamenti problematici; tale approccio parte dall’osservazione e registrazione del comportamento e individua la variabile che ne influenza l’attivazione.
I principi fondamentali di tale pratica sono volti a interventi significativi sull’ambiente e sul tipo di rinforzo che strategicamente si può offrire ai/alle bambini/e per iniziare un percorso di apprendimento efficace.
Il percorso si muove dal presupposto che non vi sono soggetti ineducabili: l’ambiente, il comportamento/contenimento dell’adulto/a e le risposte ai comportamenti possono avere effetti positivi sulla modificazione e sullo sviluppo di autonomie e abilità personali.
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