
Il ritiro sociale immobilizza adolescenti e genitori
Il disagio che immobilizza
Il ritiro sociale è una forma di disagio, principalmente legata agli/alle adolescenti, che in misura sempre crescente entra a far parte della quotidianità sociale. La pandemia in corso non ha fatto altro che amplificare le sensazioni di smarrimento e insicurezza, che si traducono il più delle volte in desiderio di solitudine e diffidenza nei confronti dell’alterità; una vita di libertà e spensieratezza sembra non essere altro che un ricordo dal sapore dolce-amaro, una situazione che è stata e non potrà essere più.
Come affrontare qualcosa che si sente ma non si comprende? Come sopravvivere a ciò che pare inenarrabile? È da queste premesse che si origina il fenomeno del ritiro sociale. Un cambiamento consistente, un momento di crisi: il terreno di quelle che si credevano certezze inizia a sgretolarsi sotto ai piedi. L’inadeguatezza e lo sconforto possono dare vita al desiderio di voler sparire, di mettere in “stand-by” la propria vita e il proprio futuro. I giovani che vivono queste difficoltà tendono a nascondersi in una stanza, emarginandosi dal mondo. Per alcuni adolescenti, questo, è solo l’inizio: alcuni soggetti possono sviluppare sintomi psicotici estremamente complessi.
Una vita in stand-by
Queste forme di disagio si canalizzano, con frequenza crescente, nell’abbandono dei percorsi scolastici e di qualsiasi altra attività: lo sport, il corso di lingua o di teatro, l’uscita con gli amici. La stessa vita fuori casa viene messa in pausa. Non stupisce che, in un panorama così drammatico, siano in continua crescita le richieste di aiuto e di sostegno piscologico che giungono ad enti, servizi, professionisti e professioniste specializzati nel trattamento di problemi psicologici dell’adolescenza. In alcuni casi le difficoltà possono essere manifestate in fase ancor più precoce: non sono rare le richieste di assistenza che ricevono i servizi di neuropsichiatria infantile (NPI).
Il senso di sofferenza e di impotenza vissuto da giovani e giovanissimi/e si riversa, necessariamente, anche sui genitori. I genitori si trovano impossibilitati ad affrontare un ruolo carico di responsabilità e doveri: faticano a regalare ai figli momenti di serenità e il sostegno che riescono a dar loro non è più sufficiente.
Farsi accompagnare
Il Centro Senza Fili lavora per accompagnare giovani e genitori nei momenti di profonda difficoltà: il ritiro sociale si può affrontare con il supporto di specialiste e specialisti. I nostri professionisti sono a disposizione per una consulenza psicologica, a cui potranno seguire una serie di incontri di supporto psicologico per la ragazza o il ragazzo. Presso il Centro è inoltre possibile intraprendere percorsi altri rispetto a quelli individuali: incontri diretti all’intero nucleo familiare o coaching adolescenti, servizio che garantisce un primo approccio a tematiche sensibili.
Per ulteriori informazioni, chiamaci. Siamo a tua disposizione: tel. 051 5285122