Hikikomori: il fenomeno giapponese arriva in Italia

Hikikomori: il fenomeno giapponese arriva in Italia

Hikikomori: il fenomeno giapponese arriva in Italia

Hikikomori: cos’è e cosa significa

Il termine “Hikikomori” deriva dalla fusione delle parole hiku (ritirarsi) e komoru (stare in casa). Questa parola viene usata per riferirsi a quei giovani e quelle giovani che scelgono volontariamente di tagliare i legami con la vita sociale, rinchiudendosi nelle loro abitazioni. L’isolamento può arrivare a durare anni e riguarda soprattutto ragazzi e uomini dai 14 ai 30 anni.  

Il fenomeno nasce in Giappone, ma di recente ha iniziato a diffondersi anche in Italia. La volontà di isolarsi dal mondo esterno nasce da un disagio adattivo sociale che impedisce ai/alle giovani di vivere serenamente il rapporto con gli/le altri/e. La difficoltà relazionale non si rivolge solo all’esterno, ma riguarda anche i rapporti familiari interni alla casa.  

Le cause 

Le ragioni che portano i/le giovani a rifiutare il mondo esterno e rifugiarsi nel privato possono essere molteplici. Alcune di queste sono da ricercarsi nella dimensione individuale della persona; spesso si legano a un forte senso di vergogna e di inadeguatezza. Altre motivazioni alla base del comportamento di un/una Hikikomori sono da ricercarsi invece nel contesto familiare, scolastico e/o lavorativo. È molto frequente che i ragazzi e le ragazze che sviluppano questa condizione percepiscano con particolare intensità la pressione di realizzazione sociale esercitata dall’ambiente esterno. 

Il fenomeno Hikikomori non va confuso con altre psicopatologie come disturbi depressivi, schizofrenia, agorafobia o disturbi d’ansia, pur essendo ad essi collegato. Depressione e sindrome Hikikomori non sono la stessa cosa, sebbene un periodo prolungato di isolamento sociale possa contribuire allo sviluppo di ansia, fobie o di disturbi depressivi.  

Campanelli d’allarme e possibili soluzioni

Ci sono alcuni campanelli d’allarme che possono aiutarci a riconoscere e quindi prevenire questa condizione: demotivazione, disinteresse verso scuola o lavoro, assenza di rapporti di amicizia e un persistente isolamento sociale. Perché si possa parlare di sindrome Hikikomori, queste condizioni devono persistere per un periodo superiore ai sei mesi e deve essere esclusa la diagnosi di altri disturbi psicologici.  

Il dialogo è una componente centrale per la soluzione del problema; instaurare un rapporto sociale, infatti, favorisce l’interruzione del ciclo di isolamento. Allo stesso tempo è importante agire sul contesto per ridurre le situazioni di difficoltà nell’ambiente familiare, scolastico e lavorativo.  

I professionisti e le professioniste del Centro Senza Fili sono a disposizione per una consulenza psicologica, a cui potranno seguire una serie di incontri di supporto psicologico per la persona in difficoltà. Presso il Centro è inoltre possibile intraprendere percorsi diretti all’intero nucleo familiare o coaching adolescenti, servizio che garantisce un primo approccio a tematiche sensibili.  

Per ulteriori informazioni, chiamaci. Siamo a tua disposizione: tel. 051 5285122  

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